La rianimazione cardiopolmonare in età pediatrica (secondo anello della catena di sopravvivenza)

Il secondo anello della catena di sopravvivenza pediatrica (leggi qui l’articolo sul primo anello)  è la rianimazione cardiopolmonare: tecnica che garantisce l’ossigenazione di emergenza del cervello, riducendone i danni da ipossia, senza bisogno di strumenti specifici. In Italia a causa della bassa percentuale di popolazione capace addestrata ad effettuarla è l’anello debole della catena di sopravvivenza, è quindi di prioritaria importanza che sempre più persone ne vengano a conoscenza e siano addestrati alla rianimazione cardiopolmonare.

Se vuoi vedere un video sulla rianimazione cardiopolmonare vai in fondo alla pagina: http://pediatriajunior.altervista.org/primo-soccorso-pediatrico/ 

Per le situazioni eccezionali (trauma, annegamento, vittima intrappolata, cardiopatico leggi dopo questo articolo qui)

La prima cosa da fare una volta sopraggiunti sul luogo è accertarsi dello stato di coscienza del bambino da soccorrere, la cosa anche se apparentemente sembra intuitiva è spesso sottovalutata causando stati di ansia legati ad uno stato di presunta incoscienza non reale.

Come si valuta lo stato di coscienza?
Bisogna effettuare contemporaneamente una doppia stimolazione al bambino mediante:

  • Stimolo verbale: chiamare il bambino ad alta voce almeno 5 volte (utilizzare il suo nome se lo conosciamo)
  • Stimolo doloroso: pizzicare con una energia media i muscoli della spalla mentre si chiama il bambino
posizione laterale di sicurezza
posizione laterale di sicurezza

RICORDA: Poiché la vittima potrebbe avere una lesione traumatica, lo stimolo
doloroso dovrà essere applicato senza scuotere il lattante o effettuare movimenti
bruschi, ma senza lasciarsi intimorire nello stimolare il bambino.

Se il bambino RISPONDE chiamare il 118 ogni qualvolta vi sia anche solo il minimo dubbio che il bambino sia infortunato o abbia perso conoscenza, mettere il bambino in posizione laterale di sicurezza

Se NON RISPONDE: attivare immediatamente il 118

Come attivare il 118?

  • Richiamare l’attenzione di una persona adulta intorno a noi e con decisione intimargli di chiamare il 118 perchè c’è un bambino incosciente.
  • Se si è soli gridare chiedendo aiuto, se non accorre nessuno allora effettuare 1 minuto di rianimazione prima di allontanarsi a chiamare di persona il 118 per ritornare, appena ce lo indica il 118, sul luogo dove si trova il bambino

Se siamo a conoscenza della presenza in zona di un Defibrillatore bisogna incaricare un’altra persona di andare a prendere il defibrillatore, se da soli iniziare la rianimazione dopo la chiamata del 118. Se durante la rianimazione arriva un’altra persona la invieremo a prendere il defibrillatore, in tutti i casi non ci allontaneremo noi per recuperare il defibrillatore, eccetto nel caso sopraggiunga un altro soccorritore addestrato ad effettuare il P-BLS e il defibrillatore sia a poche centinaia di metri dal luogo dell’infortunio, ritorneremo al più presto sul bambino incosciente per dare il cambio all’altro soccorritore nella rianimazione cardiopolmonare.

Che cos’è la rianimazione cardiopolmonare?

La rianimazione cardiopolmonare è una serie di procedure riassunte con l’acronimo inglese A-B-C-D, in cui ogni lettera indica una manovra da eseguire in una successione prestabilita da rispettare.

  1. A (AIRWAY) vie Aeree: valutazione ed instaurazione della pervietà delle vie aeree

Posiziona il bambino supino (faccia in su) su un piano rigido (come un tavolo, il pavimento o il terreno). Allinea il capo e gli arti al tronco. Scopri il torace. Non dovremo avere paura di muovere il bambino, ma dobbiamo effettuare le manovre il meno bruscamente possibile e cercando di mantenere la testa allineata al tronco, potrebbe essere di aiuto una tavola rigida posizionata sotto il bambino per creare una superficie idonea alla rianimazione.

Instaurare la pervietà delle vie aeree che in posizione errata vengono chiuse dalla caduta indietro della lingua.

Come si effettua l’apertura delle vie aeree?

La pervietà delle vie aeree è ottenuta in maniera differente a seconda che la vittima sia un lattante o un bambino:

estensione del capo nel lattante e nel bambino
estensione del capo nel lattante e nel bambino

 

  • Nel bambino: posizionarsi al lato del corpo, estendere la testa spingendo con due dita sotto il mento mentre con l’altra mano si spinge sulla fronte, l’estensione del capo deve essere di pochi centimetri perchè un eccesso ha l’effetto di chiudere le vie aeree (non effettuare una iperestensione del capo che è necessaria invece nell’adulto, ma una estensione modica)
  • Nel lattante non bisogna estendere il capo, ma solo posizionarlo in una posizione neutra

Ispezionare quindi velocemente il cavo orale ed estrarre eventuali corpi estranei con un dito ad uncino solo se affioranti, non tentare di corpi estranei in profondità perchè si rischia di spingerlo ancora più a fondo e di creare così un effetto tappo sulle vie aeree profonde.

Una volta stabilità la pervietà delle vie aeree bisogna valutare la presenza o meno di attività respiratoria autonoma.

Come si valuta la presenza di attività respiratoria?

Per valutare la presenza di attività respiratoria si utilizza LA MANOVRA “G.A.S” PER 10 SECONDI acronimo che sta ad indicare la necessità di utilizzare tre sensi per capire se vi è respirazione autonoma, per effettuare questa manovra ci posizioniamo con la guancia vicino la bocca del bambino mentre con gli occhi guardiamo il suo torace scoperto dagli indumenti:

  • Guarda se il torace si muove
  • Ascolta eventuali rumori della respirazione
  • Senti il flusso di aria sulla guancia

RICORDARSI DI MANTENERE LA PERVIETA’ DELLE VIE AEREE MENTRE EFFETTUIAMO LA MANOVRA GAS altrimenti la chiusura di esse non ci permette di capire se vi è o meno ventilazione autonoma.

manovra GAS
manovra GAS

Se il bambino respira in maniera efficace e non ci sono evidenze di trauma, il bambino potrà essere posizionato sul fianco in posizione laterale di sicurezza. N.B: la presenza di un respiro agonico che produce solo rumore, ma non il flusso di aria, deve essere intesa come assenza di respirazione.

2.  B (BREATHING) Respiro: ventilazione artificiale

tecnica di respirazione lattante
tecnica di respirazione lattante

Se il bambino non respira in maniera efficace, mantenendo la pervietà delle vie aeree, si eseguiranno 5 VENTILAZIONI DI SOCCORSO LENTE E PROGRESSIVE DI DURATA PARI A 1.5 s,  il tempo di ispirazione ed espirazione devono essere uguali. Si devono ottenere almeno 2 su 5 ventilazioni efficaci, è efficace la ventilazione che espande il torace, con la coda dell’occhio bisognerebbe infatti osservare i movimenti del torace, se no vi sono movimenti del torace dobbiamo ricontrollare se la posizione della testa è corretta.

Come si effettuano le ventilazioni?

  • Lattante: è indicata la tecnica Bocca – Bocca/Naso.
    Questa si ottiene applicando la propria bocca alla bocca e al naso del lattante cercando di ottenere la migliore aderenza possibile. Questa tecnica è dettata dalla anatomia delle vie aeree del lattante.
tecnica di respirazione  bambino
tecnica di respirazione bambino
  • Bambino: è indicata la respirazione Bocca a Bocca, questa si ottiene applicando la propria bocca alla bocca aperta del bambino cercando di ottenere la migliore aderenza possibile ( come per l’adulto) insufflando nei polmoni del bambino l’aria espirata dal soccorritore. Con le dita della mano durante il periodo di insufflazione bisognerà ottenere la chiusura delle narici che verranno rilasciate tra una insufflazione e l’altra, con il taglio del palmo della stessa mano con cui chiudiamo le narici bisognerà estendere modicamente la testa facendo forza sulla fronte, l’altra mano sorreggerà il mento.

 

 

3. (CIRCULATION): Valutazione della presenza di circolo, eventuale inizio delle compressioni toraciche

Controlliamo l’eventuale presenza di attività cardiaca mediante valutazione della presenza di circolazione e segni di circolo.

Come si controlla la presenza di segni di circolo? e di circolazione?

Per tale manovra si osserverà, continuando a mantenere la pervietà delle vie aeree, per non più di 10 secondi, la presenza di segni vitali ricercando con lo sguardo la presenza di 3 segni indicati con l’acronimo  MO.TO.RE.: MOvimenti del corpo; TOsse; attività REspiratoria regolare (il gasping “respiro agonico” non produce ventilazione quindi va inteso come assenza di respirazione).
Gli operatori sanitari o il personale addesstrato (ad Es. Volontari che operano su ambulanze del 118) se hanno familiarità con la tecnica, possono aggiungere alla valutazione la palpazione del polso centrale (nel lattante va ricercato il polso brachiale o il femorale,  nel bambino va ricercato quello carotideo o femorale.), questa manovra non deve essere prolungata per più di 10 sec, nel dubbio sulla presenza o meno di MO.TO.RE e/o Segni di Circolo bisogna proseguire con le compressioni).

ricerca del polso brachiale lattante
ricerca del polso brachiale lattante
ricerca del polso carotideo nel bambino
ricerca del polso carotideo nel bambino

SE IL LATTANTE O BAMBINO PRESENTA SEGNI DI ATTIVITÀ CIRCOLATORIA VALIDA O SE I SEGNI VITALI SONO PRESENTI PROSEGUI IL SOSTEGNO DEL RESPIRO: mantenendo la pervietà delle vie aeree, effettua 20 INSUFFLAZIONI in 1 MINUTO con una frequenza quindi di CIRCA 1 OGNI 3 SECONDI con la tecnica prima descritta. Dopo le prime 20 insufflazioni (circa 1 minuto) il soccorritore, qualora non lo abbia ancora fatto, dovrà attivare il soccorso medico facendo chiamare il 118 ad un astante.

Se si è soli e si deve raggiungere un telefono distante, portare via con sè il lattante, continuando la rianimazione cardiopolmonare non appena il 118 ci intima di continuarla (NON ATTACCARE MAI IL TELEFONO AL 118, FINO A QUANDO NON SIANO LORO A DIRLO, MA LASCIARSI GUIDARE.), nel caso di un bambino lo lasceremo sul posto ritornando non appena finita la conversazione con il 118 (saranno sempre loro ad indicarci di ritornare sul posto, possiamo/dobbiamo durante la conversazione informare l’operatore di essere capaci ad effettuare una rianimazione cardiopolmonare.

Continuare con le sole ventilazioni ricontrollando la ripresa della respirazione autonoma ogni minuto.

SE IL LATTANTE/BAMBINO NON PRESENTA SEGNI DI ATTIVITÀ CIRCOLATORIA VALIDA
O I SEGNI VITALI NON SONO PRESENTI  Inizieranno le manovre di rianimazione cardiopolmonare con un’alternanza di ventilazioni e compressioni toraciche, iniziando dalle compressioni (secondo le tecniche di seguito illustrate) e con una ALTERNANZA DI 30 COMPRESSIONI TORACICHE A 2 VENTILAZIONI ARTIFICIALI per un totale di tre cicli (circa 1 minuto) cercando di tenere un ritmo di 100-120. I soccorritori addestrati al P-BLS effettueranno invece 15 compressioni toraciche alternate a 2 ventilazioni.
lattante sul braccioDopo tale periodo di rianimazione cardiopolmonare (ovvero dopo il primo minuto) il soccorritore, qualora non lo abbia ancora fatto, dovrà necessariamente attivare il soccorso medico chiamando il 118 portando con se il lattante o se necessario lasciando il bambino (nel caso in cui si dovesse essere soli), ma ritornando appena possibile dalla vittima per continuare le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Nel soccorritore più esperto in caso di lattante può essere utile posizionarlo sul braccio come in figura a lato.

Attenzione a quando si incarica un astante di chiamare il 118, molto spesso la situazione di emergenza e la vista di un bambino incosciente e di familiari agitati induce un vero stato di shock che impedisce qualsiasi azione alla persona, quindi porre la massima attenzione ad accertarsi che la persona incaricata abbia compreso il compito e lo esegua, è preferibile se possibile incaricare più di una persona e non incaricare familiari o persone in evidente stato di shock, la richiesta deve essere decisa, ma allo stesso tempo tranquillizzante, la richiesta deve esplicitare la richiesta di chiamata al 118 (non utilizzare la parola ambulanza o soccorsi perchè nello stato di shock il numero dell’emergenza potrebbe essere dimenticato).

punto di compressione sternale
punto di compressione sternale

Le compressioni toraciche esterne hanno lo scopo di ripristinare una attività di pompa del cuore. Il cuore verrà compresso tra lo sterno e la colonna vertebrale causando uno schiacciamento, che spremendo il cuore, permette la fuoriuscita di sangue con la creazione di una gittata cardiaca tale da garantire una riperfusione degli organi vitali, in attesa che si ristabilisca una circolazione spontanea. (la gittata cardiaca  sostenuta con le compressioni toraciche è solo il 25% di quella normale, ma è sufficiente a sostenere una perfusione coronarica e cerebrale in attesa del soccorso medico, da qui l’importanza dell’attivazione del 118). L’ importanza del soccorritore occasionale, in grado di effettuare le manovre di rianimazione cardiopolmonare P-BLS, scaturisce dalla necessità di “guadagnare tempo” e far trovare il paziente ai soccorsi avanzati in una condizione da poter permettere una più facile ripresa dell’attività cardiaca post-arresto (il miocardio senza ossigeno muore velocemente) e la riduzione del rischio di sequele neurologiche. A nulla, infatti, valgono le operazioni di rianimazione avanzata dopo molti minuti di assenza di circolo; è di fondamentale importanza, quindi, che il soccorritore intervenga nei primissimi minuti. Il rischio di morte in un arresto cardiorespiratorio aumenta del 10% al minuto se non rianimato da nessuno, questo rischio si riduce del 70% se vengono effettuare prontamente le manovre del BLS, e si riduce di un ulteriore 50% se entro 5 min sopraggiunge sul posto il defibrillatore e il soccorso medico avanzato.

posizione per compressione
posizione per compressione

Come si effettuano le compressioni toraciche esterne?

Per ottenere una efficace compressione bisognerà comprimere la metà inferiore dello sterno senza andare oltre il processo xifoideo (ultimo pezzo inferiore dello sterno). Per trovare il punto corretto si può palpare tutto lo sterno (osso rigido al centro del torace) fino alla sua fine inferiore dove incontra l’arco costale, quindi posizionarsi 1 – 2 centimetri sopra il bordo inferiore dello sterno, al centro di esso, oppure si può utilizzare come punto di repere la linea intermammillare (linea virtuale che congiunge i due capezzoli), nel lattante va compresso subito sotto questa linea al centro dello sterno, mentre nel bambino va compresso sullo sterno sul punto di passaggio di questa linea .

Per essere efficaci le compressioni toraciche dovranno:

  • ESSERE EFFETTUATE SU UNA STRUTTURA RIGIDA:
    la vittima dovrà essere posizionata su una superficie piana e dura per non
    disperdere l’energia delle compressioni.
  • SPINGENDO FORTE:
    le compressioni dovranno determinare la depressione del torace della vittima di almeno 1/3 del diametro antero-posteriore (approssimativamente fino a 4 cm nel lattante, fino a 5 cm nel bambino, 5 cm nel bambino maggiore di 8 anni).
  • EFFETTUATE VELOCEMENTE:
    La frequenza delle compressioni deve essere compresa tra 100-120 compressioni al min.
  • LA COMPRESSIONE DEVE ESSERE UGUALE AL RILASCIAMENTO:
    il tempo di compressione deve essere uguale a quello di rilasciamento al fine di permettere al torace una completa ri-espansione dopo la compressione.
  • MINIMIZZARE IL PIÙ POSSIBILE L’INTERRUZIONE DELLE COMPRESSIONI DEL TORACE CON LE VENTILAZIONI

Come comprimere il torace?

tecnica di compressione lattanti e bambini
tecnica di compressione lattanti e bambini

LATTANTE: si può scegliere tra la tecnica a due mani e la tecnica a due dita. La prima consiste nel porre i due pollici uno accanto all’altro sullo sterno (nel punto prima descritto); abbracciare tutto il torace con le altre dita di entrambe le mani fino alla colonna vertebrale; comprimere lo sterno con i pollici utilizzando la forza delle mani. Tecnica a due dita: le dita medio e anulare si trovano a contatto con l’indice e al di sotto di esso nella posizione prima individuata; comprimere lo sterno con le dita medio e anulare dopo aver sollevato l’indice utilizzando la forza del braccio. In entrambe le tecniche, lo sterno si deve abbassare con la compressione di 2 cm circa.
BAMBINO: si pone una mano sullo sterno lungo la linea intemammillare (2 dita sopra l’arcata costale) facendo aderire solo le eminenze del palmo della mano, nel caso di bambino con corporatura simile a quello di un adulto si utilizzerà la tecnica dell’adulto a due mani.

eminenze palmo mano, zona di contatto da utilizzare per la compressione
eminenze palmo mano, zona di contatto da utilizzare per la compressione

La tecnica a due mani è meno faticosa e, se la rianimazione si prolunga, consente al soccorritore di mantenere una buona performance che altrimenti si riduce per la stanchezza. Questo fa comprendere in maniera importante, quanto sia determinante (nel caso fosse presente) effettuare la rianimazione in due soccorritori al fine di mantenere una perfusione cerebrale ottimale, con l’alternanza dei due soccorritori. Importante inoltre è mantenere le braccia estese e perpendicolari allo sterno facendo perno sul bacino per il movimento di compressione.

La rianimazione deve essere continuata limitando al minimo le interruzioni delle compressioni toraciche fino all’arrivo dei soccorsi, fino a che il bambino appaiono segni di presenza di circolo (movimento, tosse) o a respirare autonomamente, o fino allo stremo delle forze. È di fondamentale importanza che le manovre di rianimazione vengano effettuate su un piano rigido e non su superfici morbide (culla, letto) che potrebbero rendere inefficaci le compressioni.

Le linee guida americane dell’ AHA consigliano per i soccorritori non esperti/non addestrati le sole compressioni toraciche, nel bambino quando il soccorritore è addestrato e ne abbia la volontà è sempre preferibile effettuare anche le ventilazioni vista la predominanza dei problemi respiratoria a quelli cardiaci.

La rianimazione deve essere continuata alternando 30 compressioni (15 se soccorritori sanitari) a 2 insufflazioni, limitando al minimo le interruzioni, fino all’arrivo dei soccorsi, fino a che il bambino appaiono segni di presenza di circolo (MOvimento, TOsse, REspirare autonomamente) che andranno confermati con la manovra GAS, o fino allo stremo delle forze. È di fondamentale importanza che le manovre di rianimazione vengano effettuate su un piano rigido e non su superfici morbide (culla, letto) che potrebbero rendere inefficaci le compressioni.

Se il bambino riprende a respirare/ha segni di circolo, dopo essersi accertato che respiri (con la manovra GAS) va posizionato nella posizione laterale di sicurezza, altrimenti si continua con la rianimazione cardiopolmonare ad oltranza o fino all’arrivo del defibrillatore o del soccorso avanzato.

RIASSUNTO P-BLS

  1. Stimolazione tattile e verbale del bambino incosciente
  2. Grida chiedendo aiuto (se si è da soli effettuare 5 ventilazioni + 1 min di RCP e poi andare a chiamare soccorsi, nel bambino è infatti indispensabile fare un minimo di ventilazione prima di allontanarsi!)
  3. Estensione o posizione neutra del capo per apertura vie aeree (in caso trauma sublussazione mandibola per i soccorritori laici tale manovra è difficile),
  1. Manovra GAS per 10 sec
  2. Controlla/rimuovi corpi estranei
  3. Effettua 5 ventilazioni di durata 1,5 sec controllando successivo svuotamento del torace mantenendo sempre l’apertura delle vie aeree
  1. Controlla circolazione per max 10 sec (femorale in tutti, carotide nel bambino, brachiale nel lattante) + segni di vita (movimenti, tosse, respiro)

– Se circolazione presente continua con respirazione nei bambini ogni 4 sec (15/min), nei lattanti ogni 3 sec (20/min) fino a respirazione autonoma.

  1. Se polso assente o bpm < 60 min inizia compressioni con rapporto 15:2, freq 100-120 min e compressione di 1/3 del torace (fino a 3 cm nel lattante, fino a 5 cm nel bambino, con profondità regolata in base alla costituzione del bambino). Si può utilizzare una sola mano, 2 dita o i due pollici circondando il torace del lattante se vi sono 2 soccorritori.
  2. Continuare fino a comparsa MO.TO.RE, ad arrivo soccorsi o esaurimento energie
sintesi del P-BLS da Sintesi delle linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC
sintesi del P-BLS da Sintesi delle linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC

VEDI ANCHE: RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE PEDIATRICA IN SITUAZIONI PARTICOLARI

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