Vediamo ora come comportarci in caso di evento a rischio di esposizione al tetano.
N.B. La migliore arma contro il tetano è la vaccinazione!!!!!!
PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE
dalla Circolare del Ministero della Sanità n. 16/96, paragrafo “Trattamento dei traumatizzati”, le cui indicazioni sono riassunte nel seguente schema operativo, modificato in parte secondo il Red Book 2009 (Tabella 1). ALLEGATOA alla Dgr n. 2150 del 13 dicembre 2011 pag. 5/11 Trattamento dei soggetti esposti.
Dopo la vaccinazione primaria un titolo protettivo persiste per almeno 10 anni e dopo un richiamo per un tempo ancora più lungo: L’impiego delle immunoglobuline antitetaniche o del vaccino nel trattamento della ferita dipende dalla natura della ferita e dalla storia vaccinale del soggetto, come riassunto in tab 1.
Per i bambini di meno di 6 mesi che non hanno completato il ciclo primario di vaccinazione di 3 dosi, la decisione di somministrare le immunoglobuline per una ferita deve basarsi sullo stato immunitario della madre al momento del parto.
Le ferite sporche espongono ad un rischio aumentato di tetano. Indipendentemente dallo stato di immunizzazione, tutte le ferite devono essere adeguatamente pulite e il tessuto necrotico deve essere asportato chirurgicamente. Se la ferita è lineare, non molto grande, pulita in un soggetto che ha completato la vaccinazione primaria o che ha avuto un richiamo negli ultimi 10 anni, non è necessario effettuare un richiamo o utilizzare le immunoglobuline; prestare particolare attenzione al trattamento delle ferite, soprattutto quelle minori che rappresentano la porta d’ingresso nella maggior parte delle infezioni tetaniche in ragione della scarsa percezione del rischio in chi le contrae.
Se al momento della ferita l’immunizzazione contro il tetano è incompleta, bisogna completare la schedula vaccinale secondo quanto previsto. Se il paziente ha più di 7 anni va somministrata la formulazione per adulti (Td o dTpa). Se il richiamo antitetanico è somministrato a un bambino di meno di 7 anni, bisogna usare la formulazione pediatrica (DT o DTPa).
I pazienti con AIDS in caso di ferite devono ricevere sempre le immunoglobuline, qualunque sia la loro situazione vaccinale.
Se la ferita è grande o profonda e se è contaminata con terreno, feci, saliva animale o è presente tessuto necrotico, se il soggetto ha ricevuto meno di 3 dosi di vaccino è necessario usare le immunoglobuline e somministrare una dose di vaccino entro tre giorni, in siti diversi. Somministrare sempre una terapia antibiotica.