La misera condizione dello Specializzando in Italia

Pubblichiamo volentieri le considerazioni che ci sono state inviate da un medico specializzando sulle condizioni economiche e non solo.. a cui sono soggetti in Italia i giovani medici durante il loro percorso di specializzazione post-laurea.
giovani medici
…Oggi dopo 12 ore di lavoro, stavo smontando come al solito stanco e pensieroso quando mi capita di passare nella sala di aspetto dei parenti dei degenti e non ho potuto non ascoltare la loro conversazione che si basava su un classico dell’italiano medio tuttologo. I cari parenti dei degenti, con tono a dir poco amareggiato, imprecavano “amabilmente” contro lo stato Italiano che a loro dire concedeva stipendi enormi ai giovani medici, che ancora freschi di laurea e quindi a loro vedere inesperti e inaffidabili non avrebbero meritato nemmeno 1000€ al mese. Troppo stanco per controbattere e troppo educato per mandarli a quel paese, ho salutato come al solito e più amareggiato che mai sono tornato a casa, dove mi aspettava mia moglie a cui dovevo inoltre comunicare che il santo Natale sarebbe stata a casa da sola, in quanto avevo appena ricevuto la notizia di essere di guardia in ospedale affiancando il medico strutturato nella giornata del 25 dicembre.

Ho deciso di scrivere due righe per spiegare meglio cosa vuol dire in Italia essere un medico specializzando ed in particolare qual è il loro “mal”trattamento economico.

Il medico specializzando dopo i suoi 6 anni di studi (il corso di laurea più lungo in Italia) e un anno speso per l’abilitazione, guadagna in media 1660€ con uno scatto di anzianità inferiore ai 50€ mensili dopo 3 anni. (una minima differenza economica sussiste in base all’indirizzo specialistico con i chirughi che guadagno pochi € in più ai clinici i quali hanno pochi € in più ai medici dell’area dei servizi). Tralasciando il costo di 6 anni universitari tra tasse sempre più onerose, affitti di posto letto in città a dir poco care e migliaia di € spesi in tasse, ogni anno allo stipendio dello specializzando andranno sottratte una serie di voci obbligatorie che rendono il suo stipendio inferiore a quello di qualsiasi infermiere neoassunto e anche di qualsiasi segretaria neoassunta (con tutto il rispetto che porto verso queste professioni).

Bisogna infatti considerare che ogni anno è obbligatorio pagare:

    • Tasse di iscrizione ad albo provinciale e federazione nazionale, con un esborso che varia dai 100 ai 200 € mediamente.
    • Tassa di iscrizione alla cassa previdenziale ENPAM che varia dai € 253,73 annui fino a 30 anni di età ai € 451,10 annui dal compimento dei 30 fino ai 35 anni; questo nonostante in busta paga ci venga effettuata la trattenuta INPS gestione separata, che negli anni è andata via via crescendo e di cui non usufruiremo mai dei benefici essendo noi legati alla cassa previdenziale obbligatoria ENPAM
    • Tassa di iscrizione annuale universitaria che varia dai 1600 ai 2000€ annui potendo arrivare anche ai 3000€ in alcune università, a cui va aggiunta la tassa per il diritto allo studio circa 150-200€ di cui non possiamo comunque beneficiare in alcun modo ricevendo di fatto già un compenso economico.
    • Assicurazione RC professionale circa 600€ annui


Negli ultimi due anni i giovani medici hanno dovuto affrontare un concorso nazionale di accesso che ha reso più trasparente la selezione dei giovani medici, ma che ha letteralmente catapultato i vincitori a centinaia o migliaia di km da casa, con un aggravio non indifferente legato ad ulteriori anni lontani dai luoghi di residenza o di studio universitario (dove alcuni, con enormi sacrifici dei genitori, avevano comprato casa in vista dei 6+5 anni universitari). Mediamente quindi ulteriori 500-600€ saranno spesi per l’alloggio.

Volendo equiparare il compenso spettante allo specializzando a quello di qualsiasi altro lavoratore possiamo dire: i 1660€ mensili suddivisi in 13 mensilità (eh si allo specializzando non spetta la tredicesima) diventano 1532€, le spese fisse sono tra i 2800€ ai 3400€ annui quindi facendo una media di 3100€, al mese saranno 258€, riducendo il compenso a 1274€.

Senza considerare i costi dell’alloggio, in quanto problematica di qualsiasi lavoratore che partecipi ad un concorso nazionale (anche se per molte categorie di lavoratori sono previsti sgravi o sistemazioni a prezzo calmierato), non possiamo non considerare il compenso orario, infatti mediamente uno specializzando lavora circa 48h settimanali (ma anche di più nonostante la legislazione abbia imposto un tetto orario massimo) quindi circa 6.85 h comprensivo dei riposi, con una media quindi di 205h mensili, il compenso orario risulta quindi al netto essere di 6.21€/ora ovvero un compenso orario al di sotto del salario minimo italiano per una collaboratrice domestica con alcuni anni di anzianità. Il medico ha però notevoli responsabilità e una decina di anni di studio universitario alle spalle in cui oltre a non essere stato produttivo economicamente per se stesso, è stato un peso economico non indifferente per la famiglia che lo ha supportato nel lungo percorso. Inoltre, al medico specializzando non vengono in nessun modo riconosciute a livello economico le ore di lavoro effettuate durante i weekend, le festività o la notte, nessun compenso maggiore infatti è previsto per lo specializzando in nessun caso, non è infatti in alcun modo previsto neanche lo straordinario, tutte le ore di lavoro effettuate in più sono a titolo gratuito.

Altro aspetto importante da considerare è che il compenso dello specializzando è elargito sotto forma di borsa di studio (nonostante vengano applicate le trattenute INPS gestione separata e contributo maternità), questo impedisce qualsiasi accesso a mutui, prestiti, ecc.. Nessuna banca infatti potrà concedervi nulla avendo di fatto voi solo una borsa di studio della durata annuale, che non risulta neanche nella dichiarazione dei redditi. Dimenticate quindi la possibilità di metter su famiglia acquistando casa, ma dimenticate anche la possibilità di acquistare una automobile a rate in quanto il prestito non sarebbe erogabile senza la firma di un genitore garante.

La qualità della formazione post universitaria media italiana è bassa, il carico di lavoro che grava sullo specializzando è sempre maggiore, ritrovandosi molto spesso a far da tappabuchi alle carenze croniche di personale di ruolo (e alla scarsa produttività di pochi colleghi mele marce) in un sistema burocratico e farraginoso che vede sempre più il medico come un impiegato invece che un pensatore. La domanda da porsi è quindi: perché è permesso tutto questo? La risposta va ricercata nella classica abilità del politico italiano di rendere il lavoro un qualcosa di concesso dall’alto e quindi da tenersi ben stretto (basti pensare alle tempistiche non rispettate degli ultimi due concorsi nazionali e il numero esiguo di borse finanziate a fronte delle necessità del sistema sanitario italiano e del numero dei laureati cresciuto a dismisura negli ultimi decenni), la scarsa capacità dei giovani medici di trovare interlocutori a livello istituzionale affidabili e interessati alle loro problematiche, li dove gli interlocutori oggi presenti sono più impegnati a difendere i diritti di chi diritti oggi ne ha in modo sproporzionato rispetto a noi giovani medici.

Non va meglio ai medici che frequentano il corso di Formazione in Medicina Generale il cui stipendio non raggiunge neanche i mille € mensili. E come sempre Mal comune NON è mezzo gaudio!!!

E le cose vanno ancora peggio per i giovani medici neoabilitati che si ritrovano a pagare l’ENPAM e l’ordine dei medici senza avere uno stipendio, ad aspettare un concorso con tempistiche e modalità non note, a doversi aprire una P.IVA per lavorare, ma per lavorare c’è bisogno di un titolo di specialista…. della situazione dei neoabilitati ne abbiamo parlato circa un anno fa in questo articolo che vi invito a leggere… L’articolo seppur scritto un anno fa è attualissimo e nulla è cambiato in meglio da allora, l’articolo terminava con queste considerazioni: diffondiamo la nostra voce, siamo stufi di leggere che i medici sono una categoria protetta che beneficia di molti privilegi, al massimo lo erano 10-20 anni fa, oggi il giovane medico italiano è chiamato a pagare un tributo troppo alto per un professionista il cui lavoro è un bene per la comunità intera. Basta risparmi sulla pelle delle giovani generazioni, se vi servono soldi tagliate le pensioni d’oro dei dirigenti sanitari e dei dirigenti ministeriali che hanno mandato alla rovina la sanità italiana.

Precedente Nuove Linee Guida Pediatriche BLSD Successivo L'incidenza dei tumori del sistema nervoso centrale è più che raddoppiata nei bambini nati nella terra dei fuochi